Le sedute di igiene professionale sono un momento fondamentale per mantenere lo stato di salute orale e per prevenire e intercettare problemi che se trascurati potrebbero cronicizzare. Ma va sempre tutto bene?
Suvvia, bisogna essere sinceri.
Se ci viene chiesto dai pazienti se le sedute di igiene possono rovinare i denti rispondere sempre e candidamente no è una scorrettezza bella e buona.
Non esiste trattamento medico che non possa essere lesivo che non fatto secondo criterio!
Un pò complicato? Mi spiego meglio 😵💫
Le sedute di igiene si sviluppano in 4 momenti cruciali (almeno quelle fatte allo Studio TF):
1. Passaggio con strumenti ultrasonici o piezoelettrici e acqua
2. Passaggio manuale con curettes
3. Lucidatura con polveri o paste da profilassi
4. Applicazione di prodotti a base di fluoro o idrossiapatite.
Premesso che l'ultimo punto è la coccola finale, lo escluderei dalla fasi di potenziale danno ai denti e ai tessuti orali.
Ci concentriamo quindi sui primi 3 e vediamo dove può nascere l'inghippo.
1. Strumenti sonici o ultrasonici con acqua
Questi strumenti nascono per rimuovere il tartaro dove è presente in quantità maggiore ed è più tenace.
Solitamente ben graditi dai pazienti, possono dare una transitoria sensibilità poiché l'acqua utilizzata è a temperatura ambiente ma fuoriesce con un getto molto forte.
Se usati senza pressione eccessiva questi strumenti non creano danni né ai denti né alle gengive.
Diverso invece se si utilizzano inserti spessi per rimuovere senza anestesia il tartaro sottogengivale: in questi casi si possono creare delle piccole ferite che tendono però a guarire nel giro di qualche giorno se ben aiutate con prodotti disinfettanti e con acido ialuronico.
2. Strumenti manuali, le curettes
C'è chi le odia e c'è chi le ama.
Le curettes sono le migliori amici di chi soffre di sensibilità dentale anche solo con acqua ma non a tutti piace la sensazione di levigare il dente.
Ed è proprio la sua azione levigante che può creare danni ai denti.
Le curettes hanno infatti 1 parte tagliente che dovrebbe essere sempre affilata con la giusta angolazione e rivolta verso il dente. Durante il movimento di trazione verso l'esterno non dovrebbe essere spinta contro la superficie dura ma usata solo per distaccare il tartaro che incontra lungo il suo passaggio, questo per evitare di graffiare il dente.
Le curettes sono fondamentali per la rimozione del tartaro soprattutto interdentale e la messa in commercio di curettes cosiddette "mini" ci permette di utilizzare anche una versione di dimensioni veramente ridotte.
3. Lucidatura con polveri o pasta da profilassi
Inizialmente le prime paste da profilassi (o dal lucidatura) che si usavano a fine seduta per rimuovere le macchie contenevano pomice e silice.
L'effetto wow era immediato, ma alla lunga lo smalto dentale ne risultava non solo rovinato, ma anche indebolito e poroso, cosa che lo rendeva paradossalmente più incline a macchiarsi.
Oggi queste paste non solo hanno una granulometria molto fine ma possono contenere anche principi remineralizzanti e desensibilizzanti.
Il sistema con le polveri invece prevede l'utilizzo di polveri di glicina per la rimozione delle macchie e del biofilm; totalmente innocue sui denti, il getto non deve però essere diretto per un tempo prolungato sulla gengiva per non incorrere in piccole ferite (che comunque guariscono in fretta).
Questo, a grandi linee, è quello che di peggio ci si può aspettare da una seduta di igiene orale professionale.
Il suo valore come terapia di prevenzione della malattia parodontale, la sesta malattia cronica nel mondo, è però inquantificabile.
Affidatevi sempre a specialisti del settore, appassionati del loro lavoro e sempre in continuo aggiornamento.
Questo è tutto! 👋
Dott.ssa Chiara Ferroni
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