Oggi l’offerta di dentifrici è molto ampia, scegliere quello giusto non è poi così semplice. Allora come orientarsi?
Per prima cosa è importante capire chi utilizzerà il dentifricio perché non sempre tutti i membri della famiglia possono usare lo stesso.
Ognuno di noi ha infatti delle specifiche esigenze: ad esempio un bambino può aver bisogno di un prodotto che prevenga la carie mentre un adulto potrebbe volere un prodotto in grado di mantenere il bianco del dente.
Per questo il dentifricio va scelto con consapevolezza, soprattutto se si pensa che se ne farà un uso quotidiano continuativo.
UN PARAMETRO IMPORTANTE DA CONSIDERARE NELLA SCELTA DI UN DENTIFRICIO si chiama INDICE DI ABRASIVITA’ DENTINALE (RDA).
L’abrasività è la capacità di un dentifricio di abradere parte dei tessuti duri del dente (ovvero lo smalto e la dentina).
Questa caratteristica, se eccessiva e ripetuta, può indurre ad un processo di usura dello smalto indebolendone l’integrità, specialmente se associato ad uno spazzolino con setole troppo dure e ad uno spazzolamento aggressivo.
I dentifrici in base al loro indice di abrasività vengono così classificati in:
- Dentifrici a bassa abrasività: RDA da 0 a 50 : indicata per chi soffre di denti sensibili, recessioni gengivali e lesioni già presenti sullo smalto
- Dentifrici a media abrasività: RDA tra 60 e 100: indicata per tutti coloro che hanno una dentatura sana e lo smalto integro
- Dentifrici ad alta abrasività: RDA tra 120 e 200: tipica dei dentifrici sbiancanti, se ne sconsiglia l’uso per una precauzionale tutela dello smalto.
Purtroppo non tutti i fabbricanti indicano nella confezione i valori di abrasività.
In questo vi può essere di grande aiuto l’igienista dentale che può ottenere spesso queste informazioni dalle aziende produttrici indirizzandovi all’acquisto di prodotti indicati per le vostre esigenze.
Quali sostanze può contenere un dentifricio?
La maggior parte dei dentifrici condivide questi componenti base:
- Acqua
- Addensanti e leganti, con la funzione di tenere insieme i componenti solidi e quelli liquidi
- Sostanze abrasive, ad azione lucidante e pulente
- Detergenti vari, utilizzati per eliminare le sostanze asportate con lo spazzolino formando la classica schiuma
- Dolcificanti non cariogeni come lo xilitolo hanno effetto sul gusto e azione antibatterica
- Aromi vari e olii essenziali, come menta piperita o cannella per un alito profumato
Ciascun dentifricio contiene poi sostanze addizionali ognuna delle quali svolge una funzione specifica sui denti; il più famoso è il
FLUORO
E' senza dubbio uno dei principi attivi più comuni e conosciuti tra quelli che si possono trovare in un dentifricio.
La sua funzione è quella di rendere lo smalto dentale più forte e resistente all'erosione causata dagli acidi della placca batterica.
Nei dentifrici il fluoro non viene addizionato come tale ma sotto forma di sali solubili.
Importante è la sua concentrazione espressa in parti per milione (ppm) .
I dentifrici per bambini fino all’età di 6 anni non devono contenere una concentrazione di fluoro superiore ai 500-600ppm in genere ben espresso nell’etichetta.
Sopra i 6 anni possono tranquillamente lavarsi i denti con dentifrici al fluoro nelle concentrazioni indicate per gli adulti (1000-1250ppm).
Il dentifricio va quindi selezionato con cura sapendo prima quali sono le nostre esigenze e le peculiarità della nostra dentatura, ossia se abbiamo problematiche di qualche genere e situazioni contingenti da risolvere.
Se il nostro cruccio sono placca e tartaro dovremmo privilegiare quei prodotti a base di cloruro di sodio, stimolante della saliva che ha proprietà antibatteriche oppure a base di sali di metallo (alluminio, zinco, stagno) che costituiscono una barriera protettiva all’interno del cavo orale. Mentre per inibire la precipitazione dei sali di calcio, causa del tartaro è efficace il pirofosfato.
Se il problema sono i denti sensibili, sono indicati quelli contenenti il cloruro di stronzio e i sali di potassio che agiscono come barriera sulla microporosità dentale.
Se abbiamo denti fragili o soggetti a carie il dentifricio migliore è quello a base di sali di fluoro che rinforza lo smalto contrasta l’azione dei batteri e quindi la carie, attraverso un’azione che lega gli ioni di calcio sulla superficie del dente, rafforzando l’idrossiapatite, naturale barriera contro acidi, batteri e placca.
Per chi presenta una perdita dello smalto , dovuta ad abrasioni o erosioni è consigliabile un dentifricio remineralizzante che contenga microparticelle di carbonato, idrossiapatite, zinco che vanno a formare una rivestimento protettivo.
I dentifrici a base di clorexidina hanno un’azione antisettica e antiplacca diretta, ma il loro uso continuativo può avere anche effetti collaterali per cui la loro frequenza di utilizzo va concordata con lo specialista.
Un’ultima parola sui dentifrici sbiancanti: per rimuovere la pigmentazione superficiale sullo smalto hanno di solito un indice di abrasività elevato e pertanto, come già spiegato sopra, rischiano di alterare lo smalto stesso e vanno quindi usati con molta moderazione.
Il dentifricio ha la funzione di facilitare lo scorrimento delle setole dello spazzolino sulle superfici dentali: lo spazzolino solleva la placca batterica e il dentifricio ne completa il processo di rimozione mantenendola in sospensione racchiusa nelle bollicine della schiuma.
Veicola i principi attivi in esso contenuti, quindi in base ai suoi componenti può svolgere azioni mirate. Aiuta a lasciare un gradevole sapore in bocca.
E' vero però che la rimozione della placca batterica è meccanica, legata quindi all'uso dello spazzolino, elettrico o manuale che sia e con l’aggiunta del famoso “olio di gomito”!!
Scritto da Dott.ssa Lorella Mengarelli
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